Giovanni
Progetto padri separati

Solo e senza un reddito, trovare un letto mi ha cambiato la vita

“La sera in cui mio figlio di cinque anni mi ha chiesto se io e la mamma ci amavamo, ho capito che era arrivato il momento di lasciarci”.

Giovanni (nome di fantasia per tutelare la privacy della famiglia), veronese di 45 anni, è stato il primo padre separato a entrare nel progetto della Cooperativa Energie Sociali.

Dopo dodici anni di convivenza, Giovanni e la compagna avevano deciso di avere un figlio, ma proprio la nascita del piccolo ha incrinato l’equilibrio che si era instaurato tra di loro. “Ci eravamo impegnati  a non litigare soprattutto in presenza del bambino, ma per quanto bravi si possa essere, la tensione si percepisce”, racconta il quarantacinquenne. “Credo che nostro figlio si sia accorto che qualcosa non andava non tanto per le nostre discussioni, ma piuttosto per la carenza di gesti d’affetto: una sera, quando aveva cinque anni, ci ha chiesto se ci amavamo e questa domanda mi ha ucciso”. Dopo aver spedito il piccolo a letto, Giovanni si è confrontato con la compagna e ha deciso, tra timori e sofferenze, di cambiare casa.

“Se si è senza uno stipendio regolare, non si sa dove andare”, ricorda il padre, che allora aveva un’occupazione part-time. “Per un periodo sono stato ospite di un amico, che gentilmente mi ha accolto, ma non era un luogo adatto ad accogliere un bambino: così ho cercato un’altra sistemazione e mi sono rivolto agli assistenti sociali perché non avevo la possibilità di pagare un affitto”.

Tramite i Servizi sociali del Comune, Giovanni è venuto a conoscenza del Progetto per padri separati. “Questa è stata una manna dal cielo, soprattutto per mio figlio, che può venirmi a trovare in un ambiente accogliente e sereno”, prosegue il quarantacinquenne.

“Fortunatamente sono rimasto in buoni rapporti con la mia ex compagna e così quando sono libero lo posso invitare qui, senza giorni e ore prestabiliti: lui è contento di venire e di fermarsi a dormire con me”. Ciascun padre, infatti, nella propria camera dispone di uno o più letti per ospitare i figli. “Grazie agli operatori del progetto, sono riuscito a trovare un lavoro: ora sono in prova per sei mesi,  ma se tutto va bene mi faranno un contratto da cinque anni”, rivela Giovanni. “In questo anno e mezzo sono riuscito a pagare il canone di 250 euro dell’affitto grazie alla mia famiglia, ma non tutti sono fortunati come me: con questo nuovo lavoro, spero di riuscire a rendermi indipendente”.

L’uomo è convinto della scelta che ha fatto. “Meglio due genitori separati ma presenti, piuttosto di due insieme che litigano” conclude Giovanni. “La mia ex compagna è una brava mamma e sono fiero di come sta crescendo nostro figlio: se è un bambino sereno, in fondo è merito suo.” – M.Tr.