Il Futuro tra obiettivi, scelte e sacrifici
24 Set 2018

Il futuro è ad oggi un tema molto sentito e su cui ci si pone molte domande, soprattutto da parte dei giovani, a fronte dell’idea trasmessa di avere sempre meno certezze.

Come Centro Diurno Arcobaleno, abbiamo riflettuto insieme ai ragazzi su cosa significhi per ciascuno di loro il futuro. Un ambito molto sentito è stato quello del lavoro. In particolare, i ragazzi della quarta e quinta elementare hanno pensato a che cosa volessero diventare “da grandi”: chi un calciatore professionista, chi un “milionario”, chi una pasticcera, chi un’addestratrice di delfini. C’è anche chi ha fatto emergere il tema delle tecnologie e vede un mondo sempre più materialista, veloce, all’avanguardia, anche rifacendosi a scenari fantascientifici. Altri hanno riflettuto su un futuro ad un livello più profondo, pensando ai valori che vorrebbe fossero presenti nel futuro, come la pace e la maggior gentilezza. 

Tra i ragazzi, è emerso anche il pensiero sulla dimensione della vita come percorso con un termine. Alcuni si domandano cosa ci sia “oltre” e c’è chi pensa che non ci sia una fine reale, ma che continueremo a vivere anche dopo, in un luogo diverso. Ci siamo anche soffermati sul significato che può avere la “fine” sul nostro presente: può portare a renderci conto di avere un tempo limitato ed, in questo modo, a vivere "l’adesso" in modo unico. 

Anche per i ragazzi delle scuole medie, il futuro viene connesso in gran parte all’ambito del lavoro, ma non solo. Per loro l’avvenire viene connesso alla felicità ed alla soddisfazione personale, raggiunte con l’impegno, i sacrifici e la responsabilità delle scelte che si operano nel presente. I ragazzi hanno pensato al futuro come ad uno spazio temporale in cui bisogna tentare sempre, anche se si sbaglia, dando quindi spazio agli errori ed alle scelte sbagliate; questo atteggiamento, secondo le loro riflessioni, è da applicare anche nell’oggi, perché l’età dell’adolescenza è quella per provare e per fare esperienze, così da non avere poi rimpianti per non aver tentato quando si poteva.

Conferiscono un’idea di concretezza al tempo futuro: per loro è importante darsi degli obiettivi e definire quello che loro stessi possono investire per raggiungerli, ovvero la propria motivazione interna, l’adempiere ai propri doveri ed usufruire nel modo giusto dell’istruzione. Si rendono conto anche, però, che nella vita ci possono essere degli imprevisti che rallentano il percorso o lo deviano e che dovranno fare i conti con le opportunità che si presenteranno. Il tempo futuro ha anche il volto dell’altruismo, rispecchiato sia nel desiderio di uguaglianza, nel rispetto delle diversità di ognuno, sia nella volontà che il proprio lavoro possa essere utile a loro stessi ed alla propria famiglia.   

A livello di mentalità e di pensiero è emerso, da parte dei ragazzi, l’obiettivo di volersi rafforzare e di pensare in modo diverso, più maturo, e di voler aiutare anche gli altri a rendersi più forti. 
Il futuro non viene immaginato da soli, si rendono conto di avere, talvolta, bisogno del supporto e della guida della propria famiglia e dei propri punti di riferimento per proseguire il loro cammino, consci che “l’arrivo è in realtà solo un altro punto di partenza”. 

I temi toccati dal confronto con i giovani in un’età compresa tra gli 8 e i 14 anni, quindi, hanno riguardato aspetti generali, come il lavoro, le opportunità, la vita come percorso, ma anche aspetti più individuali, come quello del tentare, cogliere le opportunità, la responsabilità personale delle scelte e lo spazio per gli errori, il bisogno di non essere lasciati da soli e quello di crescere. Ciò che si coglieva mentre ci si confrontava con i ragazzi, era da una parte, la volontà di essere attivi e protagonisti del proprio percorso, dall’altra, un’atmosfera di speranza per ciò che la vita li porterà a dover affrontare. Secondo Erikson, "la capacità di strutturare un progetto di vita […] dipende proprio dalla presenza di una componente individuale: la speranza di riuscire a compiere delle scelte superando i dubbi che possono emergere, ed inoltre, di attuare delle scelte significative per la propria esistenza” (1974). 

I ragazzi più grandi in particolare, hanno pensato ad un futuro molto concreto, ad esempio, alla scelta dell’istruzione, agli interessi che vorrebbero coltivare, alla propria realizzazione relazionale o familiare. È stato sentito particolarmente l’ambito occupazionale legato a quello delle scelte, che può comunque sottendere alla paura di non trovare lavoro, alla paura di non essere d’aiuto alla propria famiglia, la paura dell’errore e di prendere decisioni sbagliate. Infatti, di fronte al futuro, che comporta un certo grado di ignoto, l’attesa e la curiosità per ciò che può accadere si accompagnano, a volte, al timore di esserne travolti e l’impazienza di esplorare le possibilità, può essere frenata dal dubbio di non farcela. Accanto a queste possibili paure, forse però, la componente fondamentale per la propria progettualità di vita, riguarda il grado di fiducia nelle proprie capacità ed il desiderio di cercare le risposte alle domande: “chi sono io?” “chi voglio e posso diventare?”. Conoscere se stessi e capire chi si vuole diventare sono sfide che fanno parte, in realtà, dell’intero percorso di vita, da affrontare in un’ottica di resilienza ed evoluzione individuale continue. 

Educatrici del Centro Diurno “L’Arcobaleno”
Silvia Boggian e Beatrice Locatelli 


BIBLIOGRAFIA

Erikson, E.K. Identity, youth and crisis, New York, Norton, trad. it. Gioventù e crisi di identità, Roma, Armando, 1974
Maggiolaro, E. La Prospettiva Temporale nell’adolescenza. Studio teorico – metodologico, 1999;
 

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